1) La gestione degli Atenei (la cosiddetta governance)
Le Università sono gestite da tutta una serie di organi composti da docenti, rappresentanti degli studenti e del personale tecnico amministrativo con diverse funzioni stabilite dagli Statuti che sono un po' le piccole “costituzioni” delle università.
1.1 Il Rettore
Il rappresentante dell'Ateneo è il Rettore che ha compiti di rappresentanza, presiede il Senato e il Consiglio di Amministrazione (cda), è responsabile del personale dà l'indirizzo nella gestiolne della politica dell'Ateneo. Il Rettore è eletto da tutte le componenti dell'università secondo modalità previste dagli statuti, ed in genere per gli studenti votano i rappresentanti.
Con il DDL al Rettore vengono aumentati notevolmente i poteri ed è possibile che possa nominare direttamente alcuni membri del cda avendo cosi un controllo maggiore sul suo operato.
1.2 Il Senato Accademico
Il Senato Accademico è l'organo di indirizzo politico dell'Ateneo. Approva il bilancio insieme al Cda e decide la prigrammazione della didattica e della ricerca, l'attivazione e la chiusura dei corsi di laurea, la programmazione del calendario accademico e delle risorse per la didattica. E' composto dal Rettore che lo presiede, dai presidi, e da una rappresentaza di docenti, studenti, ricercatori e personale tecnico amministrativo.
Con il DDL il Senato da organo di autogoverno della comunità accademica diventa solo organo consultivo e di proposta, anche sulla didattica e sulla ricerca e tutti i suoi poteri passano al Consiglio di Amministrazione. Di fatto studenti, docenti, personale e riercatori non conteranno più nulla nelle scelte di gesitone.
1.3 Il Consiglio di Amministrazione (cda)
Il Consiglio di Amministrazione è l'organo di gestione economica e contabile dell'Ateneo. Approva il bilancio di concerto con il Senato Accademico e la programmazioone di spesa per il personale universitario. E' composto dal Rettore che lo presiede, da un membro nominato dal Ministero dell'Università e da una raprresentanza di studenti, docenti, ricertcatori e personale tecnico amministrativo. Gli statuti possono prevedere la prresenza di altri componenti.
Con il DDL il cda diventa l'unico organo decisionale dell'università con tutti i poteri di gestione economica, didattica e di ricerca. Sarà composto da massimo 11 membri di cui almeno 2-3 “esterni” cioè privati, politici, aziende. La rappresentanza degli studenti è ridotta al minimo. I poteri del Rettore e quelli del Cda di fatto trasformano l'università in un luogo non democratico, in cui il potere è concentrato solo nelle mani di poche persone, ed in particolare nelle mani dei pochi docenti-baroni più potenti. Tutte le scelte non saranno dettate da obiettivi culturali, ma solo da criteri economici. Inoltre la presenza dei privati condizionerà la didattica e la ricerca agli interessi economici esterni. Ad esempio nella ricerca scientifica sui farmaci nessuna azienda sarà disposta a finanziare la ricerca per le malattie rare perchè non sono economicamente remunerative.
1. 4 Le Facoltà, i Dipartimenti e i Corsi di laurea
Le Facoltà sono le strutture che raggruppano i corsi di laure simili per materia e disciplina: Lettere e Filosofia, Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, Ingegneria, Medicina. Ovviamente ogni facoltà può avere nomi e corsi diversi, ma in genere raggruppa corsi omogenei dal punto di vista culurale. Le Facoltà e i Corsi di laurea sono gestite da un Consiglio in cui sono presenti tutti i docenti e i rappresentanti degli studenti, e organizzano tutta la programmazione dell'attività di didattica: piani di studio, orari... I Dipartimenti invece sono quelle strutture che organizzano le attività di ricerca dei docenti e dei ricercatori. Anche questi ultimi sono organizzati per “aree” culturali e di ricerca.
Con il DDL le Facoltà vengono accorpate ai Dipartimenti, la rappresentanza degli studenti ridotta al minimo e tutte le decisioni vengono prese da un ristretto numero di professori. Già oggi le Facoltà sono il luogo dove i baroni si scontrano per avere maggiore peso e potere. Con il DDL sarà peggio.
1.5 La rappresentanza degli studenti
Oggi le università non sono sicuramente un luogo democratico. Gli organi accademici sono composti in maggioranza dai professori che spesso calpestano i diritti degli studenti e gestiscono la didatica in modo autoreferenziale. Per legge gli studenti devono essere almeno il 15% in ogni organismo.
Il DDL in alcuni organi porta la percentuale al 10%, e in alcuni la cancella. Si tratta di una scelta grave perchè in questo modo si escludono dalle scelte gli studenti, che sono la parte maggioritaria della comunità accademica e i primi destinatari della didattica. Senza rappresentanti non ci sarà modo di contrastare l'aumento delle tasse, la violazione dei diritti degli studenti negli esami, la possibilità di controllare e decidere cosa e come studiare.
2) Il Diritto allo Studio
2.1 Le borse di studio.
Le borse di studio permettono a migliaia di studenti di potersi iscrivere all’università e portare a termine il proprio percorso di studi. Per ottenere la borsa di studio oltre ad avere un reddito basso gli studenti devono soddisfare dei criteri di merito che corrispondono all’acquisizione di crediti universitari (cioè gli esami fatti). La Legge 390/1991 prevede anche lo strumento del prestito d’onore (cioè un prestito da restituire dopo l'università) che però non è utilizzato quasi in nessuna regione. Un prestito non può essere compreso tra i benefici che fanno parte del sistema di diritto allo studio, è compito dello stato assicurare il diritto allo studio agli studenti con proprie risorse non attraverso dei prestiti che devono essere restituiti alle banche
Il DDL Gelmini istituisce il fondo per il merito. Attraverso questo fondo verranno erogati dei contributi che dovranno essere restituiti dagli studenti, quindi sottoforma di prestiti. Per accedere a questi prestiti gli studenti di primo anno dovranno superare una prova nazionale standard, ovvero un test a crocette, gli studenti iscritti agli anni successivi per mantenere il prestito dovranno raggiungere non ben definiti criteri di merito. Questo fondo dunque snatura completamente il diritto allo studio sganciando i requisiti di merito da quelli di reddito e sostituendo le borse di studio con i prestiti d’onore. Viene capovolta anche l’idea di merito in quanto non vengono considerate le condizioni economiche degli studenti e il merito viene individuato attraverso il criticatissimo metodo usato per i test d’accesso alle facoltà a numero chiuso.
2.2 La delega al Governi per ridisegnare il diritto allo studio (c'è poco da fidarsi!)
Oggi in Italia il sistema di diritto allo studio è regolato dalla L.390/1991 e dal D.P.C.M 9 Aprile 2001. Il beneficio principale è la borsa di studio che viene assegnata agli studenti in possesso di requisiti di reddito e di merito. Purtroppo il finanziamento insufficiente da parte dello stato e delle regioni non permette a molti studenti di ottenere la borsa pur avendone i requisiti.
Mentre in finanziaria viene tagliato il 90% del fondo per le borse di studio all’interno del ddl è presente una delega per cambiare il sistema di diritto allo studio attuale. Che nuovo sistema di diritto allo studio si immagina questo governo che stanzia in finanziaria solo 12 milioni di euro per le borse di studio nel 2013, quando non ne sono bastati 150 per garantire la borsa di studio a tutti gli aventi diritto?
3) I ricercatori e l'assunzione dei docenti
3.1 I ricercatori in questi anni sono stati fondamentali per garantire la ricerca nel nostro paese e il funzionamento delle attività didattiche. Con il DDL i ricercatori verranno assunti a tempo determinato con un contratto di 3 anni rinnovabile per altri 3 ma senza la certezza delle risorse: questo comporterà che solo alcuni potranno continuare, gli altri saranno fuori dall'università.
Il sistema di assunzione dei docenti (gia poco trasparente oggi) diventa completamente “locale” senza che vi siano commissioni indipendenti per decidere l'assunzione.
Cosa dire? Non ci sono parole. Mi stupisce solo la gente che è d'accordo con la sua riforma! Tagli, uccisioni di ricercatori, massacri di cultura... Ma per quale motivo? Oggi giravo nel web e ho trovato questo video, sarebbe opportuno da parte di tutti guardarlo e non fermarsi solo perchè "oddio è 10 minuti, troppi!":
Una volta ogni tanto non mi spreco in commenti. Sono assolutissimamente d'accordo con Di Pietro. Secondo me, ha perfettamente ragione! La Gelmini è solo una "maestrina" bugiarda e furba, che cerca di nascondere delle verità purtroppo reali con qualcosa che, se passa davvero, uccide una volta per tutte la possibilità dei giovani e dell'Italia intera di guardare al futuro. Già lo so, tutti costretti ad andare via da una terra che vuole solo denaro senza dare nulla in cambio. Che razza di mondo è? Concludo con uno slogan rivolto alla Gelmini che leggo spesso nei vari siti: BEATA IGNORANZA!
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