Ricopio qui il commento scritto da Ezio nel suo blog Palabrasenelviento:
"Cambiano i tempi, ma il presente resta un tempo senza tempo.
“Nella voce del brigante risuona la memoria profonda dei popoli condannati al silenzio, e proprio per questo leggendari. I ribelli ignoranti che in tutte le epoche hanno osato irridere i giacobini, i preti progressisti, i ricchi borghesi, i milionisti, sono una sfida intollerabile all’ordine costituito della censura e della menzogna.”
(Pietro Golia)
(Pietro Golia)
“Sig. Duca Grazioli:Noi sottoscritti chiediamo la somma di L. 10.000 (dico diecimila) perché noi siamo banditi compromessi di morte, e non possiamo ritirarci, né possiamo lavorare, perché siamo bersagliati dal governo, neanche dobbiamo commettere rubbarie, e ricattare i poveri che vanno procacciandosi il pane, dobbiamo chiedere ai titolati milionisti, e loro devono farci vivere, se non vogliono ricevere dei gravi danni e dispiaceri, in più modi, senza che ve lo spieghiamo con il manoscritto.”(Berardino Viola, tra la fine del 1899 e l’inizio del 1900)"

Il romanzo fu scritto mentre Silone si trovava in esilio, nel 1930 circa. L'autore, abbandonata una militanza politica attiva, continua il suo impegno morale e civile con la letteratura. Il brigante Berardo Viola non è esistito solo nel romanzo, ma anche nella realtà. Nacque il 24 Novembre 1938 a Vallesecca. Si era arruolato fra le guardie nazionali, e durante un'azione di repressione a Fiamignano dove il popolo si ribellava per la fame e le ingiustizie, disertò e passò con i rivoltosi, iniziando così la sua "carriera" da brigante. Per chi volesse approfondire ulteriormente la storia di Berardo Viola, può andare QUI, dove troverà altre info.
Tornando alla canzone dei Ratti Della Sabina, secondo me è tra le più belle in assoluto tra quelle che raccontano storie di persone stanche delle ingiustizie subite da chi "ha potere". Il testo è molto significativo, la musica molto popolare. Vi lascio qui il testo, e il video con la canzone. Buon ascolto e buona lettura! ;)
Per entrare nella storia,
nella labile memoria dei futuri cittadini
spesso servono i quattrini, non importa come fatti
se per meriti o misfatti, l’importante è accumulare
un patrimonio immobiliare che ti renda anche potente
agli occhi della gente , perché se non ti fai grande ti ritengono un brigante.
E’ su questo che io rifletto dopo aver letto e riletto
la richiesta di Berardo fatta a un nobile boiardo
e mi pongo il dubbio arcano che assillò il genere umano,
la morale è una sola o ha ragione anche Berardo Viola?
Voi di certo non sapete di quando chiese cento monete
ad un ricco e gran signore perché vide il suo garzone che allungava la mano
a rubare il biondo grano, e di nascosto caricare quattro sacchi dal casale.
Giudicando questo fatto un gravissimo misfatto
la sua acuta intelligenza ruppe ogni reticenza
e Berardo, reo brigante, ebbe un lampo fulminante e disse:
“Ma se ruba anche il garzone già pagato dal padrone,
sarà legge, o no, perdio, che gli rubi pure io
prima d’esser fucilato come un uomo disperato?”
Io non credo sia mai andato a scuola,
ma è scaltrissimo, Berardo Viola
Ma il quesito è illuminante, proprio di chi ne sa tante
e rispondo, sì Berardo hai ragione ma in ritardo
perché il ricco se potente è persona intelligente
ma se non diventa grande è un terribile brigante
stabilire ciò che è male è un’impresa colossale,
quando c’è chi pranza e cena
e chi ha il pane a malapena.
Chiedo a voi gran professori, ai giuristi o ai signori
la morale è una sola o ha ragione anche Berardo Viola?
La risposta ascoltatori
farà sudare molto i dottori
della legge moralisti
e anche voi poveri cristi.
Io mi affido alla coscienza
e alla vostra intelligenza."
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